ANTONELLA PAGANO E BRUCE PAYNE IN MELUSINE E RAIMONDIN

Odio, paura, noire e rosso sangue in sovrabbondanza, sensazionalismo che fa da paravento alla miseria testuale, oscurantismo culturale, violenza generale e violenza lessicale, riesumazioni stregonesche, riesumazioni orweliane in cui un ‘grande fratello’ utilizza paura e odio per mantenere il controllo sulle popolazioni…NO, la poeta Antonella Pagano dice NO e con la sua scrittura in poesia, prosa, sociologia, di revisionismo storico e, da qualche anno, anche drammaturgica prende a disegnare “nuvolette” di aria ben ossigenata, nuvolette dense di sillabe e note innamorate, cascate odorose di ciliegie aromatizzate alla fiaba, realtà fiabesche e fiabe reali, città edificate magnificamente nel tempo d’una notte, un tempo breve e intenso che forse noi contemporanei abbiamo smarrito, corriamo ma non riusciamo ad ‘edificare’…città ideali e sentimenti ideali. Ed è proprio l’Antonia Pagano poeta a incarnare Melusina e farsi Melusina narrante.

Lei a catturare un mito del cinema internazionale – Bruce Payne – che ha spesso vestito i panni di eroe negativo, si rammenti “Terrore ad alta quota”, solo per citare uno dei suoi 200 film, per calarlo invece in quelli di Raimondino, principe nella realtà e innamorato-dolce marito di Melusina. Un divo, il Payne, che con Raimondino ha la possibilità di mostrare al pubblico il sé più rifulgente, finanche la componente poetica della sua personalità, la dotta formazione letteraria e la sapiente abilità performativa, solida di esperienza cinematografica internazionale con -a monte- la RADA “Royal Academy Of Dramatic Art” in Londra, e  il Brit Pack quale attore britannico in ascesa, da giovanissimo. La fata-sirena dei fondali marini e delle montagne antiche la si vedrà intrappolata nella plastica; la Pagano ha, infatti, ideato l’abito che vestirà, dolente per la violenza con cui l’Umanità ha infranto il PATTO con il PIANETA e dolente per come si sia infranto il PATTO femminile/maschile. Pur con la plastica attorno al suo corpo, il principio femminile proromperà in tutta la sua essenza quale sostanza vitale e vivificante, i versi e la prosa con cui la Pagano ha tessuto l’opera, sarà la densa sostanza che farà evolvere Raimondino – carne del Genere Umano -. A quel Genere Umano Melusina porgerà il suo regno, anzi glielo donerà, perché lo custodisca mentre, di vetta in vetta, scala la sua evoluzione fino a conquistare la vetta della realtà poetica della vita, la bellezza di ogni presenza, di ogni essere vivente nei cieli, nei mari, sui prati e sulle montagne e i monti stessi e le sacre rocce. Un’Opera che, tra mito, fiaba, leggenda reale e realtà leggendaria -le nobili casate europee vantano la discendenza da Melusina- e intrigata anche dal grande poeta Alvaro che diede alla protagonista di un suo racconto il nome della fata-sirena, porta in scena un messaggio che sposta letteralmente lo sguardo e il pensiero, allontana con forza determinata da tutte le insidiose forme di manipolazione attraverso la paura, il terrore e la rozzezza, -che dire solo brutto non è far comprendere che il brutto si sostanzia del rozzo, del non evoluto in senso di persona e di pensiero-. La poeta Antonia Pagano, nota come Antonella, con questa Opera chiude il 2024 e si proietta nel nuovo tempo con la magia che Melusina sa compiere; prova ne è anche il foglio n. 2 de’ Il Cantiere della Bellezza, distribuito in Teatro, con 17 autorevolissimi contributi di pensiero sul tema de’ “la Bellezza, a lei più caro, rispetto al quale profonde l’opera costante e appassionata da oltre un cinquantennio.

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